Le attività speculative delle banche

18 marzo 2024

Le banche italiane da quando la Bce ha adottato una politica monetaria restrittiva, caratterizzata da un aumento dei tassi di interesse, sono state contraddistinte, tutte, da attività che non possono non essere definite speculative.

Infatti hanno aumentato i tassi di interesse sui prestiti concessi alle imprese e alle famiglie e hanno aumentato di poco, e in alcuni casi non hanno fatto nemmeno questo, i tassi sui depositi.

Il cosiddetto margine di interesse, la differenza cioè tra tassi attivi e passivi, principale fonte dei ricavi bancari, è quindi aumentato, determinando una crescita degli utili, e quindi anche dei dividendi, delle banche, eccessiva.

E questo comportamento non può che essere definito speculativo.

Tale comportamento non è certo una novità. In altre occasioni si è determinata la stessa situazione.

Ma non per questo non deve essere, ancora una volta, criticato, in quanto ha causato una riduzione consistente de reddito disponibile dei clienti delle banche e ciò ha favorito anche un rallentamento della crescita del Pil.

Stupisce che la Banca d’Italia, a cui spetta la vigilanza sull’azione delle banche, non abbia fatto nulla.

E stupisce anche che l’autorità antitrust non abbia battuto ciglio perché si è oggettivamente verificato un accordo, più o meno tacito, tra tutti gli istituti di credito.

Quanto avvenuto giustifica la misura del governo che voleva tassare i cosiddetti extraprofitti delle banche, ma che poi ha fatto marcia indietro, anche perché la misura in questione era stata mal concepita, lasciando alle banche stesse la scelta di destinare quanto potevano pagare sotto forma di tasse al rafforzamento del proprio capitale.

E tutte le banche ovviamente si sono orientate verso la seconda alternativa.

Mi sembra necessario che quanto prima la Banca d’Italia modifichi il suo orientamento e costringa le banche a ridurre i tassi sui prestiti e ad aumentare i tassi sui depositi.