Il debito pubblico è meno pericoloso di quanto sembri

Generalmente, quando si analizza il valore assunto dal debito pubblico italiano e soprattutto il valore del rapporto tra debito pubblico e Pil, si sostiene che entrambi siano troppo elevati. Certo non sono certo bassi, dovranno essere senza dubbio ridotti anche nel prossimo futuro, ma nel giudicarli in modo molto negativo si trascurano alcune caratteristiche del debito pubblico italiano.

Innanzitutto deve essere rilevato che anche altri Paesi hanno un rapporto tra debito pubblico e Pil molto alto.

Quel rapporto in Giappone, da molti anni, assume un valore anche superiore al 200% (in Italia è attualmente circa il 140%), la Francia ha un valore pari a circa il 110% e gli Stati Uniti nei prossimi anni raggiungeranno un valore vicino al 140%.

Poi in Italia dal 1992 fino alla pandemia ha sempre avuto un bilancio pubblico primario positivo, cioè, senza considerare gli interessi sul debito, l’Italia avrebbe avuto sempre un avanzo e non un deficit pubblico.

Quindi, per quasi 30 anni, lo Stato italiano ha chiuso in attivo il proprio conto annuale prima del pagamento degli interessi, cosa che non è riuscita a fare nemmeno la “rigorosa” Germania, ma neanche diversi altri Paesi europei.

Inoltre negli ultimi anni, dal terzo trimestre del 2019 al terzo trimestre del 2023, il debito pubblico è aumentato di 125 miliardi di euro, mentre quello spagnolo è cresciuto di 224 miliardi, quello tedesco di 426 miliardi e quello francese addirittura di 520 miliardi, cioè 4 volte di più di quello italiano.

Un altro aspetto da evidenziare è che il debito pubblico italiano è finanziato per circa i ¾ da investitori italiani. Soltanto, nel settembre 2023, il 27% del totale era la quota in mano a non residenti.

E, ad esempio, la Francia, alla fine del 2022 era invece esposta con finanziatori stranieri per quasi le metà del suo debito pubblico.

Da tali considerazioni ne discendono alcune conseguenze.

In primo luogo il corretto raiting che le agenzie attribuiscono al nostro debito pubblico non si deve limitare esclusivamente al valore del rapporto tra debito pubblico e Pil.

La seconda conseguenza è rappresentata dal fatto che la maggior parte degli interessi sul debito pubblico italiano viene pagata a sottoscrittori italiani, andando in definitiva ad accrescere la loro stessa ricchezza.

La terza è che la quota di interessi sul debito pubblico che l’Italia paga all’estero non è molto superiore a quella che pagano altri Paesi più esposti con finanziamenti stranieri, come la Francia.

La conclusione principale di tutte queste valutazioni è che il debito pubblico italiano è più sostenibile di quanto generalmente venga reputato.

Lascia un commento