E’ stato presentato il rapporto annuale per il 2023 sull’economia dell’immigrazione, curato dalla fondazione Leone Moressa. 2,4 milioni di lavoratori immigrati, nel 2022, hanno prodotto 154 miliardi di Pil, il 9% del totale.
Il notevole contributo fornito, in termini di Pil, dei lavoratori immigrati, appunto il 9% del totale, rappresenta uno dei dati più interessanti contenuti nel rapporto della fondazione Moressa. L’incidenza sul Pil è stato sensibilmente superiore in agricoltura (15,7%), e nell’edilizia (14,5%).
Tale contributo dimostra chiaramente quanto i lavoratori immigrati siano importanti per l’economia italiana.
Altri dati molto interessanti sono contenuti nel rapporto.
La popolazione straniera residente in Italia si è confermata stabile, nel 2022 rispetto all’anno precedente, pari all’8,6% del totale. I valori di alcuni indicatori demografici assumono particolare rilievo: tra gli stranieri vi erano 11,0 nati ogni mille abitanti e 2,0 morti, tra gli italiani, 6,3 nati e 13,0 morti per mille abitanti.
In aumento sono stati gli ingressi per lavoro degli immigrati, pari a 67.000 unità. In Italia il rapporto tra ingressi per lavoro e popolazione residente, pari a 11,3 ogni 10.000 abitanti, è rimasto però inferiore rispetto alla media che si è verificata nell’Unione europea (27,4).
Dopo la flessione dovuta alla pandemia, il tasso di occupazione degli stranieri (60,6%) è tornato a superare quello degli italiani (60,1%), pur rimanendo al di sotto dei livelli pre-Covid.
Gli occupati stranieri erano 2,4 milioni e si concentravano nei lavori manuali: l’incidenza degli stranieri, infatti, era mediamente del 10,3% sui lavoratori totali, ma ha raggiunto il 28,9% tra il personale non qualificato.
E’ continuato l’aumento degli imprenditori immigrati, che nel 2022 erano 761.000 (10,1% del totale). In dodici anni (2010-2022), gli imprenditori immigrati sono cresciuti (+39,7%) mentre gli italiani sono diminuiti (-10,2%). L’incidenza più elevata si è riscontrata nei settori costruzioni, commercio e ristorazione.
Dopo la pandemia, è tornato a crescere anche il numero di contribuenti immigrati. Si tratta di 4,3 milioni di contribuenti (10,4% del totale), che nel 2022 hanno dichiarato redditi per 64 miliardi di euro e versato 9,6 miliardi di Irpef.
E’ rimasto positivo il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate, 29,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite, 27,4 miliardi), con +1,8 miliardi di euro in attivo. Gli immigrati, prevalentemente in età lavorativa, hanno infatti un basso impatto sulle principali voci di spesa pubblica come sanità e pensioni.
E la notevole importanza dei lavoratori immigrati per il sistema economico italiano induce a rilevare che, anche per questo motivo, sono sbagliate le posizioni di quanti ritengono molto preoccupante la presenza di immigrati nel nostro Paese.
Più corretto sarebbe l’auspicio che la componente rappresentata dai lavoratori sul totale degli immigrati aumenti e che tale componente si accresca anche in termini assoluti.
Se ciò si verificasse si contribuirebbe a favorire la crescita del Pil e si avrebbero conseguenze positive anche dal punto di vista demografico.