In Italia si continua a non spendere i fondi europei

Non è certo una novità. Infatti è da tempo che in Italia non si riesce a spendere completamente i fondi che vengono concessi dall’Unione europea. Sorprende comunque il fatto che non si sono registrati negli ultimi anni miglioramenti significativi. E ciò preoccupa soprattutto perché i cospicui fondi del Pnrr  dovranno essere spesi tutti entro il 2026.

I fondi europei a cui faccio riferimento, rilevando i ritardi nel loro utilizzo, sono quelli inerenti il Fesr, fondo di sviluppo regionale, e Il Fse plus, il fondo sociale plus.

Il periodo relativo all’utilizzo di questi due fondi è il 2021-2027.

In base ai dati forniti dal dipartimento per le politiche di coesione, dpcoe, dipartimento del governo italiano, allegati al documento di economia e finanza consegnato recentemente al Parlamento, al 31 dicembre del 2023 risultavano attivati progetti per 4,8 miliardi di euro, meno del 6,5% degli oltre 74 miliardi a disposizione dell’Italia, dei due fondi europei prima citati.

E non finisce qui.

Infatti il dato più preoccupante è un altro e riguarda la spesa effettiva, e cioè quanto di quei 4,8 miliardi è stato fino ad ora pagato realmente, solamente 535 milioni, lo 0,7%.

E tutto quanto è stato effettivamente speso è relativo alle Regioni. Infatti i Ministeri non hanno ancora speso nulla. Per la verità tra le Regioni sono riuscite a spendere qualcosa solo le più sviluppate, quindi nessuna di quelle meridionali, e non tutte.

In pratica si è arrivati al quarto anno di programmazione e resta ancora da spendere il 99% delle risorse finanziarie assegnate al nostro Paese.

Una situazione incredibile e davvero preoccupante.

E’ fisiologico che nella prima parte del periodo la spesa sia bassa, ma non così bassa. Infatti considerando la precedente programmazione, 2014-2020, a fine 2016, furono attivati progetti per 13,5 miliardi, pari al 26,1% dei 51,7 miliardi complessivi allora assegnati, una percentuale decisamente superiore.

Pertanto invece di migliorare la situazione è peggiorata.

C’è quindi il rischio concreto che si perdano, a fine periodo, una parte consistente dei fondi assegnati.

Occorre accelerare considerevolmente le procedure di spesa. Spero che le amministrazioni interessate si attivino e che la Presidenza del Consiglio stimoli le amministrazioni in forte ritardo.

Come già rilevato all’inizio, quanto sta ancora avvenendo per l’utilizzo dei fondi europei, che si possono definire tradizionali, desta un ragionevole allarme per le cospicue risorse finanziarie a disposizione del nostro Paese, in attuazione del Pnrr.

Se avvenisse infatti che anche una parte dei fondi del Pnrr non venissero spesi entro il 2026, oltre al danno reputazionale che subirebbe il nostro Paese, si ridurrebbe il contributo alla crescita del Pil che si attende da quei fondi e il Pil stesso aumenterebbe meno del previsto, con le ovvie conseguenze negative che ne deriverebbero.

Lascia un commento