Produzione giù occupazione su

Secondo alcuni dati recentemente forniti dall’Istat, la produzione industriale, in Italia, diminuisce mentre l’occupazione cresce. Tale andamento, almeno apparentemente, appare contradditorio. Infatti, generalmente, quando aumentano gli occupati aumenta anche la produzione.

Per  provare a spiegare l’andamento divergente delle due variabili considerate, è opportuno analizzare, brevemente, i dati.

Nel mese di novembre gli occupati sono aumentati, rispetto al mese precedente, di 30.000 unità, e, in un anno, di 520.000 unità, raggiungendo un numero pari a 23.743.000, un record nelle serie statistiche dell’Istat dal 2004, su livelli superiori a quelli pre-Covid.

E’ necessario aggiungere, però, che, nello scorso novembre si evidenziano due segnali delle conseguenze del rallentamento economico in atto e del clima di incertezza tra gli operatori.

Il primo è rappresentato dall’aumento degli occupati a tempo determinato (+15.000 rispetto al mese precedente) ed è la prima volta che accada da agosto.

Il secondo è rappresentato dall’aumento del numero degli inattivi, +48.000 rispetto al mese di ottobre, cioè di coloro che non hanno un lavoro ed hanno smesso di cercarlo, molti perché scoraggiati. Ed il numero degli inattivi non cresceva dal mese di agosto del 2022.

I due segnali appena rilevati potrebbero essere interpretati come le avvisaglie di un andamento non positivo anche del totale degli occupati, che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi.

E l’andamento della produzione è probabile che tenda a ridursi anche nei prossimi mesi.

Comunque, la produzione industriale, per il secondo mese consecutivo, è diminuita, nel mese di novembre, dell’1,5% rispetto al mese precedente e del 3,1% rispetto a novembre 2022.

Quindi, è possibile che, nei prossimi mesi, sia l’occupazione che la produzione diminuiscano e, pertanto, l’andamento di queste due variabili sarebbe quello che normalmente si verifica.

Infine, il fatto che, per ora, l’andamento di occupazione e produzione abbiano un segno diverso non può essere valutato positivamente perché determina una riduzione della produttività.

E la riduzione della produttività non può che essere valutata negativamente anche perché tale variabile, in Italia, da tempo, assume un valore e un andamento non soddisfacente.

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