Draghi deve continuare ad essere presidente del Consiglio

Agli inizi del 2022 dovrà essere eletto il nuovo presidente della Repubblica, terminando allora il settennato di Sergio Mattarella. Una delle ipotesi relativa al nuovo presidente riguarda l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi. In questo caso, ovviamente, Draghi non potrebbe essere più presidente del Consiglio. Io credo che, invece, Draghi deve continuare ad essere presidente del Consiglio, almeno fino alla scadenza naturale del Parlamento, nel 2023.

Infatti, a mio avviso, l’autorevolezza e la capacità di governo, ampiamente dimostrate da Draghi da quando è diventato presidente del Consiglio, sono ancora necessarie, considerando anche che il processo di attuazione del cosiddetto Recovery Plan è estremamente complesso.

Altri non sarebbero in grado, come Draghi, di attuare almeno gran parte degli interventi previsti nel Recovery Plan.

Ma, a parte questo, Draghi si è dimostrato in grado di affrontare con successo i problemi connessi all’eterogeneità della maggioranza che sostiene il suo governo.

In particolare, è stato in grado di superare, senza grandi difficoltà, le perplessità evidenziate da Matteo Salvini nei confronti di alcuni importanti interventi decisi dal governo.

Inoltre, Draghi ha una credibilità a livello internazionale che, di conseguenza, rende credibile anche il suo governo e l’intero Paese.

Poi, non si vede all’orizzonte, al momento, un personaggio che potrebbe degnamente sostituire Draghi.

Aggiungo che se Draghi fosse chiamato al Quirinale, sarebbe possibile, e forse probabile, un’interruzione anticipata della legislatura, con il conseguente ricorso alle elezioni politiche prima della scadenza naturale, il che porterebbe il nostro Paese, quasi certamente, in una situazione di ingovernabilità che potrebbe durare diversi mesi.

Pertanto, mi sembra del tutto evidente che sarebbe necessario che Draghi rimanesse presidente del Consiglio e, perché no, anche dopo le elezioni politiche del 2023.

E chi potrebbe diventare il nuovo presidente della Repubblica?

Potrebbe ancora essere Sergio Mattarella, quanto meno per alcuni anni, non per l’intero settennato, anche perché non mi sembra che attualmente ci sia un esponente politico in grado di raccogliere, come necessario, i consensi della grande maggioranza dei parlamentari per essere eletto alla presidenza della Repubblica.

Del resto c’è il precedente di Giorgio Napolitano, il cui secondo mandato durò solo alcuni anni.

Nel frattempo, sarebbe utile che si discutesse sull’opportunità che il nostro sistema politico si trasformi in un semipresidenzialismo, nel quale il presidente della Repubblica diventerebbe, direttamente o indirettamente, anche la guida del Consiglio dei Ministri, con un mutamento conseguente della legge elettorale.

Vasto programma, direbbe qualcuno, soprattutto in considerazione del livello qualitativo, certamente non molto elevato, della classe dirigente dei partiti rappresentati in Parlamento.

Un libro dei sogni, quindi. Potrebbe esserlo. Ma sarebbe necessario che divenisse realtà.

Ma la speranza è l’ultima a morire…

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