Gli errori e gli sprechi della fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto. Deve cambiare

Nelle idee-obiettivi per il programma, presentati in occasione della mia candidatura a Sindaco di Orvieto, vi era la necessità di aprire una “vertenza” con la fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto, per fare in modo che le erogazioni di questa fondazione, volte a finanziare iniziative di diversa natura, fossero di un importo complessivo maggiore e fossero comunque meglio utilizzate. Tale esigenze si manifestano ancora di più in quanto, a mio giudizio, la gestione della fondazione Cro è tutt’altro che esente da errori e sprechi. Pertanto io credo che devono essere introdotte nella gestione della fondazione Cro almeno i seguenti cambiamenti:

Maggiore trasparenza

Nel sito della fondazione non compare il conto consuntivo relativo al 2010, approvato nel primo semestre del 2011, che contiene anche le forme di utilizzo dei fondi a disposizione della Fondazione. Io ho dovuto cercarlo, e l’ho trovato ovviamente, nella Rete, utilizzando Google. Ma sarebbe auspicabile che, se non si ha niente da nascondere, i bilanci venissero inseriti nel sito appena approvati. Anche altri cambiamenti riguardanti una maggiore trasparenza sono necessari ma li esaminerò successivamente, in modo più compiuto, nelle ulteriori parti della nota.

Riduzione dei costi

Dall’esame del conto economico del bilancio consuntivo 2010, l’ultimo disponibile, emergono almeno due voci che assumono valori troppo elevati: “oneri amministrativi per consulenti e collaboratori esterni” € 169.428 e “compensi e rimborsi spese organi statutari” € 167.313. Poi, mentre la seconda voce viene dettagliata e risulta così composta principalmente (“medaglie di presenza” per i componenti del Consiglio di indirizzo € 23.800, compensi e “medaglie di presenza” per i componenti del Consiglio di Amministrazione € 83.420, compensi e “medaglie di presenza” per i componenti del Collegio dei Revisori € 41.409), la prima non viene dettagliata (è probabile che una parte consistente sia rappresentata dal compenso corrisposto al segretario della fondazione).

Migliore utilizzo delle erogazioni monetarie

Si consideri che nel 2010 per progetti vari, propri e non propri, questi ultimi cioè gestiti da soggetti esterni, sono state effettuate erogazioni, deliberate ma non i tutti i casi tradottesi in esborsi monetari nel corso del 2010, per € 1.650.000. Ci sono molte erogazioni effettuate a vantaggio della Oacs s.r.l.,di proprietà della fondazione, la società operativa che realizza i progetti propri della fondazione. Solamente che di molte di queste erogazioni alla Oacs, anche particolarmente consistenti, non è dato sapere in che cosa consistono (ammontano complessivamente a € 225.000). Alcune, di cui viene specificato il contenuto, grazie a Dio, sono di dubbia utilità o comunque non prioritarie rispetto ad altri possibili utilizzi (ad esempio per l’attività editoriale sono stati spesi dall’Oacs ben € 160.130,74).

Ci sono inoltre alcune “perle” relative a spese di dubbia utilità Un solo esempio, per uno studio preliminare per il “festival dell’enigmistica e dei giochi” – festival peraltro non ancora realizzato – sono stati corrisposti € 48.000 all’associazione Civita.

Migliore composizione degli organi statutari

Nello statuto si specifica che i componenti dei due principali organi della fondazione, il Consiglio di Amministrazione e il Consiglio di Indirizzo, devono essere sempre persone con notevoli capacità tecniche nei settori di attività della fondazione. Se si leggono i nomi non sempre, a mio giudizio, questo avviene:

Consiglio di Amministrazione

Fumi Vincenzo Presidente
Gilotti Alessandro Vice Presidente
Benedetti Maria
Capretto Vincenzo
Della Ciana Francesco

Consiglio di Indirizzo

Fumi Vincenzo Presidente
Damasso Luciano Vice Presidente
Coppotelli Alberto
De Felice Mario Marino
Giordano Andrea
Lombardi Antonio
Petrangeli Clelia
Rosati Giampiero
Spadoni Sergio
Tamburini Pietro
Zanchi Evandro

Peraltro nel caso dell’attuale presidente, quanto meno in un caso, si può essere verificata una questione di “inopportunità politica”, così la si potrebbe forse chiamare, nel caso verificatosi nel 2011, e non nel 2010, dell’acquisto del vaso di ceramica venduto da Marco Marino.

Il problema non è solo quello di verificare se il prezzo di vendita del vaso è stato congruo, ma ci sono altri due problemi altrettanto importanti: 1) è opportuno spendere € 50.000 per l’acquisto di un vaso di ceramica? 2) è opportuno che il vaso di ceramica venisse acquistato da Marco Marino legato da forti e duraturi rapporti di amicizia con il presidente Vincenzo Fumi, almeno da quando entrambi facevano parte del Partito Repubblicano orvietano?

Inoltre, se possibile, sarebbe opportuno modificare i criteri di scelta dei nuovi soci della fondazione, Si diventa tali solo per cooptazione, tranne che in due casi (Comune di Orvieto e Diocesi Orvieto-Todi). Non sarebbe opportuno utilizzare criteri maggiormente democratici? Gli attuali componenti dell’assemblea dei soci sono:

Achilli Spartaco
Attioli Aldo
Barbabella Franco
Bartolucci Claudia
Benedetti Maria
Benucci Pietro
Bianchi Fausto
Biagioli Stefano
Bisacca Libero Liborio
Bottai Corrado
Bracaccia Massimo
Bravetti Luca
Capretto Vincenzo
Casoli Claudio
Cinti Francesco
Catarcia Nello
Ciardiello Adolfo
Clericò Filippo
Comune di Orvieto
Damasso Luciano
De Felice Mario Marino
Della Fina Giuseppe Maria
Diocesi Orvieto Todi
Equitani Paolo
Farina Sergio Maria
Febbraro Franco
Fiorenzi Enrico
Foti Nicola
Fumi Vincenzo
Gatti Serafino
Gilotti Alessandro
Gori Aldo
Guariglia Giovanni
Iorio Ruggero
Lombardi Antonio
Macioti Giberti Maria Rosaria
Madeo Annamaria
Mattioni Aldo
Morino Roberto
Nannarelli Arnaldo
Neri Pierluigi
Paci Alessandro
Palmieri Aniello
Petrangeli Clelia
Petrella Pier Luigi
Pezzana Aldo
Poddi Enrico
Ranchino Angelo
Ravanelli Marco
Romoli Francesco
Salituri Pietro
Sarnari Luciano
Scambia Antonino
Spadoni Sergio
Tamburini Pietro
Tatta Carlo
Terracina Torquato
Torroni Mario
Turreni Agostino
Zanchi Alberto
Zanchi Evandro

Infine per quanto riguarda la figura del segretario non sarebbe meglio nominare, in futuro, un manager, di comprovate capacità, piuttosto che un avvocato?

Una conclusione

Perché preoccuparsi di quanto avviene nella fondazione Cro?

Innanzitutto perché gestisce un patrimonio che essendo principalmente originato dalla vendita della partecipazione nella Cassa di Risparmio di Orvieto (la quota di azioni della Cro di proprietà della fondazione è pari attualmente a solamente il 26,43%), e il valore delle azioni quando furono vendute è stato in qualche misura determinato dalle attività di centinaia, di migliaia, di orvietani, i nostri padri e le nostre madri, i nostri nonni e le nostre nonne, che hanno indirizzato somme molto ingenti, complessivamente, dei propri risparmi nelle casse della Cro, e quindi per rispettare il lavoro di tantissimi orvietani, sarebbe necessario che la fondazione fosse gestita nel migliore dei modi possibili.

E poi, in considerazione, della crisi economica del nostro territorio e della crisi finanziaria del Comune di Orvieto, oggettivamente, le risorse finanziarie che gestisce la fondazione, tramite le erogazioni per i diversi progetti nei settori di attività in cui può operare, sono ancora più importanti che nel passato e sarebbe ancor più necessario che quelle risorse fossero più consistenti, rispetto a quanto lo sono state nel 2010 – € 1.650.000 -, e fossero gestite in modo migliore, senza sprechi.

Il che non vuol dire non riconoscere che spesso le attività della fondazione della Cro siano state meritorie, tutt’altro. Ma la fondazione può e deve migliorare la sua gestione.

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